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di Melania Barone

Water very clear in glass
Un bicchiere di acqua chiara

Sei anni di indagini condotte dall’EFSA (Autorità Europea per la sicurezza alimentare) hanno dimostrato quale sia la mole di piombo, uranio, mercurio, arsenico ed altre sostanze nocive contenute negli alimenti e nelle acque. I risultati degli studi infatti sottolineano come queste sostanze e, prevalentemente i metalli presenti negli alimenti, ostacolino la corretta crescita dei bambini. I bambini infatti, pagano il prezzo più caro di questo inquinamento e le mamme devono fare i conti anche con queste nascoste e pericolosissime realtà.

Il vero problema infatti è: come proteggere un bambino dai metalli presenti negli alimenti? In effetti la maggior parte delle persone non sa quale sia il rischio che solitamente si corre perfino mangiando. Prima di affrontarlo, dunque, dobbiamo imparare a conoscerlo.

Attraverso gli alimenti noi veniamo in contatto con sostanze come l’arsenico, l’uranio, il mercurio, il cadmio. L’assunzione dell’arsenico avviene attraverso i cereali o prodotti a base di cereali. Il cadmio invece è una sostanza con cui solitamente entriamo in contatto ed i cui effetti nocivi son stati studiati nel Gennaio 2009 dal CONTAM che ha anche fissato il limite di tollerabilità a 2,5 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo (µg/kg p.c.).
Più pericoloso è il contatto con uranio e mercurio. L’uranio è un metallo radioattivo presente in natura e che entra nel nostro corpo attraverso cibi ed acqua. Il gruppo CONTAM fissa a 0,6 µg/kg p.c. al giorno dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), ha avallato questa TDI. I suoi danni sono ben visibili in quei bambini studiati dal Gruppo CONAM: solitamente i bambini che ne entrano in contatto raggiungono un peso corporeo di circa 3 volte superiore rispetto agli altri.
Il mercurio fu studiato dal Contam nel 2004. Solitamente è presente nel pesce e nei frutti di mare sotto forma di un composto a base di mercurio, il metilmercurio. La sua tossicità è stata immediatamente riscontrata dal CONTAM che sottolinea quanto sia nociva anche un-esposizione a bassi livelli di mercurio: il mercurio infatti entra nelle ossa, nel fegato, nel muscoli ed è pericolosissimo per le donne in gravidanza e per i feti.

efsa, difesa alimentare, salute, europaRecentemente l’EFSA ha studiato la presenza altissima di piombo negli alimenti e ne ha stimato i danni. Il piombo è un minerale in traccia altamente tossico. Il corpo umano può tollerare una dose massima di piombo che va da 1 a 2 milligrammi senza intossicarsi. Un chilo di cibo contaminato dal piombo, contiene un milligrammo di piombo.
Nonostante la quantità di piombo nei campioni sia stimata al 75% (ben al di sotto del limite di rilevazione), questa è una quantità sufficiente a creare problemi alla salute dei bambini. L’EFSA infatti ha studiato i danni provocati dall’assorbimento del piombo. Quel che preoccupa maggiormente gli studiosi è la reazione dei bambini o dei neonati: infatti i bambini hanno un equilibrio sempre vacillante dato che sono in costante evoluzione. Se negli adulti i danni sembrano limitarsi ad un aumento della pressione sanguigna, i bambini corrono seri rischi di contrarre patologie al sistema nervoso. Il piombo assorbito infatti non solo ne ostacola lo sviluppo, ma comporta anche una diminuzione del quoziente intellettivo del bambino. Lo sviluppo neurologico risulta compromesso maggiormente nei feti e diminuisce con l’aumentare dell’età del bambino. Quando il sistema nervoso è già sviluppato, solitamente si registra un problema nel suo funzionamento.
Secondo l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro il piombo è un probabile cancerogeno per l’uomo. Ci sono tutte le condizioni affinché la Commissione europea modifichi le linee guida esistenti per la tutela della salute pubblica, rivedendo gli attuali livelli di esposizione al piombo. Quest’ultimo gruppo di ricerca però, a differenza dell’EFSA, non è tanto convinta del fatto che il piombo non causi grossi effetti negli adulti. Alcuni ricercatori infatti affermano che se un bambino di 7 anni può registrare una diminuzione delle funzioni cognitive, a lungo andare si avrà una diminuzione della materia grigia anche in età adulta.

Ma quello che inquieta maggiormente è che noi non possiamo minimamente evitare di entrare in contatto col piombo. Ciascuno di noi ha ingerito piombo una o più volte nella propria vita.
Gli alimenti che consumiamo abitualmente sono sempre più esposti al contatto con il piombo. L’esposizione avviene tramite l’acqua, l’aria, la pioggia. Persino la polvere presente nelle nostre case può contenere una percentuale in metallo. Il piombo è già presente in natura ma è in forte incremento a causa di attività antropiche. L’inquinamento dell’aria caratterizzato da polveri sottili di cui è spesso satura, non possono che ricadere sul terreno entro cui vengono allevate viti o dove pascolano gli animali. E’ quindi logico che buona parte di queste sostanze inquinanti entri a far parte della catena alimentare e bisogna dunque diffidare da chi esclude a priori questa ipotesi.
Il piombo assunto attraverso gli alimenti viene scarsamente assorbito ed eliminato attraverso le feci. Quando entra nel corpo umano attraverso la pelle e il tratto gastrointestinale, comincia a circolare nel sangue ed entra nelle ossa, nei tessuti morbidi e nel fegato. Poiché è la quantità di piombo a dare problemi, qualora questo venga assunto in quantità minime viene allo stesso tempo espulso attraverso le feci. Ma quando il piombo entra in abbondanza nel corpo comincia ad accumularsi in alcune zone, come il sistema nervoso centrale, nel cervello, nelle ghiandole e nei capelli. Il piombo può contaminare anche le acque dei nostri rubinetti poiché erode il piombo contenuto nelle tubature costruite prima degli anni 30. Anche alcuni integratori di calcio fatti con ossa possono contenere piombo. Si stima che nel terreno vi siano 4 o 5 milioni di tonnellate di piombo accumulati negli anni ’70, soprattutto vicino a strade e autostrade.

Ma come riconoscere un’avvelenamento da piombo? La forma acuta di avvelenamento comporta encefalopatia, coliche addominali, mielopatia e anemia. Inoltre può danneggiare il cervello sostituendosi a minerali come lo zinco, il ferro. Attualmente si ritiene che il 16% dei bambini abbia attualmente dei livelli di piombo superiori al normale. Lo stato critico porta alla morte come quei bambini che son stati colpiti dalla “morte in culla. Ma i primi sintomi dell’avvelenamento da piombo avvengono a causa di un fenomeno spesso comune nei bambini al di sotto dei 3 anni, chiamato pica, che consiste nell’ingerimento di sporcizia, carta, vernici ogni genere di cose nocive. Il secondo passo è ovviamente quello dell’instabilità mentale, l’irrequietezza, cecità e follia.

Esistono dei rimedi per contrastare l’intossicazione da piombo sempre se non ci si trovi nello stadio critico. Per contrastare l’intossicazione da piombo bisogna usare gli aminoacidi naturali come la cisteina e metionina, minerali e soprattutto la tiamina. Anche la vitamina C aiuta a contrastare l’intossicazione da piombo.

Per prevenire l’intossicazione da piombo solitamente viene usato l’alginato di sodio, una sostanza non nutritiva presente nelle alghe Klep del pacifico e viene utilizzata per preparare diversi cibi ed aumentarne la densità. Questa sostanza è davvero miracolosa perché si attacca al piombo e lo aiuta ad uscire attraverso le feci.

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