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Il fascino e la sensualità delle danze del Mediterraneo ne “Les Nuits Barbares, ou les premiers matins du monde” del coreografo franco-algerino Hervé Koubi  in cartellone – in prima regionale – venerdì 15 febbraio alle 21 al Teatro Comunale di Sassari e poi – per un duplice appuntamento sabato 16 febbraio alle 20.30 (turno A) e domenica 17 febbraio alle 16.30 (turno B) all’Auditorium del Conservatorio “G. Pierluigi da Palestrina” di Cagliariper la Stagione di Danza 2018–2019 organizzata dal CeDAC nell’ambito del Circuito Multidisciplinare dello Spettacolo in Sardegna.

Uno spettacolo originale e avvincente che accosta il fascino dei riti guerrieri alle danze sufi, l’eleganza e la perfezione della danza classica all’energia e la libertà d’espressione della danza contemporanea per un ideale viaggio lungo le sponde dell’antico mare nostrum alla (ri)scoperta delle origini della civiltà tra Oriente e Occidente.

Sul filo delle note delle musiche tradizionali algerine e di suggestive composizioni di Wolfgang Amadeus Mozart, Gabriel Fauré, Richard Wagner i danzatori Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Zakaria Ghezal, Bendehiba Maamar, Giovanni Martinat, Nadjib Meherhera, Riad Mendjel, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, El Houssaini Zahid, Oualid Guennoun, Pasquale Fortunato e Kobi Elharar daranno corpo alle visioni di Koubi che rimandano ad un’alba del mondo, un’età ancestrale caratterizzata dall’incontro e il dialogo tra popoli e culture.

Un’opera visionaria in cui si fondono segni e simboli dei riti guerrieri e echi del misticismo sufi, tra ipnotiche rotazioni e espressioni tribali, con l’eleganza e il rigore della danza classica accanto alla potenza del gesto atletico come misura del valore: l’artista formatosi alla Facoltà di Aix-Marseille, e perfezionatosi tra il Centre International de Danse Rosella Hightower a Cannes e l’Opéra de Marseille mette in contatto universi differenti e apparentemente contrapposti attingendo alle comuni radici mediterranee, superando gli immaginari confini e colmando le distanze storiche e geografiche per raccontare un’ipotetica alba dell’umanità.

Inediti sincretismi per una partitura raffinata e spettacolare che traccia un ideale itinerario tra le opposte sponde dell’antico “mare nostrum” alla (ri)scoperta di popoli e culture attraverso la plasticità e la sensualità dei corpi – dalle danze roteanti dei dervisci all’incrocio delle lame di una acrobatica parata militare, dall’estasi religiosa e la tensione verso l’assoluto allo spirito ardente e bellicoso di giovani in armi – quasi a toccare gli estremi della pace e della guerra per ricomporli in una nuova armonia in nome della bellezza.

Hervé Koubi trae spunto dalla propria storia personale – artistica e familiare – per porre a confronto la visione del mondo delle genti d’Europa come degli abitanti dell’Africa e dell’Asia in una sintesi folgorante di tradizioni e saperi, rituali sacri e profani, sbocciati in seno a civiltà millenarie da cui sono sorte la letteratura e la poesia, la musica e la danza, la scienza e le arti. “Les Nuits Barbares, ou les premiers matins du monde” rappresenta lo specchio di un’epoca remota agli albori delle moderne civiltà – quasi a voler, non casualmente, stigmatizzare l’insensata paura dello “straniero” e i pregiudizi verso una presunta e temuta “diversità”. In realtà incontri e scontri, contaminazioni e “osmosi” tra i popoli del Mediterraneo son sempre avvenuti, ininterrottamente, dalle età più lontane, favoriti dall’antica via d’acqua, tramite più che confine, sulle rotte degli scambi e dei commerci, tra le diverse civiltà.

La Cie Hervé Koubi – fondata nel duemila dal coreografo franco algerino – fin dall’esordio con il progetto “Le Golem” ha conquistato il pubblico e la critica, ottenendo rapidamente successo e riconoscimenti a livello internazionale – mentre allo stesso  Hervé Koubi è stato conferito il prestigioso titolo di Chevalier des Arts et des Lettres.

“Les Nuits Barbares, ou les premiers matins du monde” fin nel titolo che rimanda alle stirpi “barbare” e a un’epoca ancestrale, come nei rimandi ai vari popoli – «Persiani, Goti, Celti, Unni, Arabo-Musulmani» – che hanno esercitato influenze più o meno dirette e ancora riconoscibili sulla cultura occidentale – costituisce una sfida contro i neo-oscurantismi che individuano nel Vicino Oriente un nemico e un pericolo per l’identità. La coreografia di Hervé Koubi al contrario testimonia la ricchezza e la raffinatezza delle antiche civiltà, e rappresenta – come sottolinea l’autore – «un inno alla bellezza».

Con la sua compagnia di straordinari danzatori, il coreografo franco-algerino Hervé Koubi ha creato «Les nuits barbares, ou les premiers matins du monde», opera dedicata al tema dell’origine della cultura mediterranea, uno spettacolo definito dalla stampa internazionale «spettacolare, sublime, e superlativo». Con questo lavoro originale, Koubi ha concepito un gioiello che unisce la potenza ipnotica della parata da guerra e la precisione di un balletto classico e affronta la paura ancestrale del barbaro, portando agli occhi del pubblico ciò che di più affascinante c’è nell’incontro fra culture e religioni.

Hervé Koubi riscrive una storia millenaria portando sul palco la paura ancestrale dello “straniero”, dell’altro da sé, per rivelare la raffinatezza delle culture «barbare». I danzatori – Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani Ferradji, Zakaria Ghezal, Bendehiba Maamar, Giovanni Martinat, Nadjib Meherhera, Riad Mendjel, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi, El Houssaini Zahid, Oualid Guennoun, Pasquale Fortunato e Kobi Elharar –  fanno vorticare le loro gonne come dervisci, brandendo lame e coltelli al suono della musica sacra di Mozart e Fauré, miscelata con melodie tradizionali algerine, dialogando con il patrimonio musicale e spirituale dell’occidente; la loro sensualità virile e la loro energia mozzafiato evoca un’umanità intera di barbari: Persiani, Celti, Greci, Vandali e Babilonesi, quasi delle apparizioni da tempi remoti e oscuri, che hanno influenzato quel grande crocevia di culture che è il Mediterraneo. Tutti questi elementi storici e culturali si mescolano, dal punto di vista stilistico, con il linguaggio della breakdance e dell’hip hop, reinventati in maniera spettacolare, in un mix di generi dalla sensualità quasi spirituale.

Non lavorando sulla narrazione, ma sugli ambienti, sulla presenza della carne e la potenza delle immagini, la compagnia si trasforma da esercito di guerrieri a corpo di ballo o coro d’opera. Hervé Koubi solleva le ombre dalle notti barbare per mostrare l’alba di una cultura condivisa, in un’esplorazione potente e carismatica della storia del Mediterraneo.

Afferma Koubi«Ho passato cinque anni fra l’Algeria e la Francia, da una parte all’altra del Mediterraneo e mentre tentavo di ritrovare la memoria delle terre dei miei antenati, in Algeria, ho formato una compagnia di tredici danzatori, compagni d’arte che amo chiamare fratelli ritrovati, testimoni di una storia perduta, e con loro sono ripartito per disegnare i contorni di una nuova avventura, per trovare le risposte al mistero delle nostre, comuni, origini. Les nuits barbares ou les premiers matins du monde attinge all’immensa e imprescindibile storia del bacino mediterraneo, un cammino che testimonia la mia voglia di andare verso l’altro, verso l’ignoto e dal passato arrivare ad oggi, a questa attualità che è tirannica e binaria e cancella le sfumature: noi e gli altri, civilizzati e barbari. L’altro, lo straniero, fa e ha sempre fatto paura, una paura ingigantita dall’ignoranza e dalla frustrazione. Questa ancestrale paura dello straniero è l’oggetto della mia ricerca, un viaggio per svelare tutto il sommerso, l’incredibile ricchezza e raffinatezza delle culture barbare e forse per mettere in discussione qualche pregiudizio ben radicato nei nostri spiriti abituati a leggere il destino dell’umanità attraverso gli occhi occidentali. Les nuits barbares si nutre delle brillanti tracce lasciate dalle culture vandale, dai Persiani, Goti, Celti, Unni, Arabo Musulmani, della musica sacra d’oriente e occidente. È un inno alla bellezza! Quella che, a dispetto delle guerre scaturisce dall’unione, volta le spalle alle rivendicazioni identitarie e prende il meglio di ognuno e rende omaggio alla storia, all’alterità e alle origini. È un inno al Mediterraneo, alle nostre origini comuni che si incrociano tutte nelle acque del Mediterraneo. Alla nostra storia che dopo più di tremila anni testimonia un florilegio di culture la cui alterità ci unisce più di quanto ci allontani. Non importa se siamo algerini, spagnoli o francesi, siamo prima di tutto mediterranei, è questa la nostra appartenenza ed è più antica delle nazioni!».



Les Nuits Barbares, 
ou les premiers matins du monde

coreografia Hervé Koubi

assistente alla coreografia Fayçal Hamlat

con il contributo dei danzatori Adil Bousbara, Mohammed Elhilali, Abdelghani

Ferradji, Zakaria Ghezal, Bendehiba Maamar, Giovanni Martinat, Nadjib Meherhera,

Riad Mendjel, Mourad Messaoud, Houssni Mijem, Ismail Oubbajaddi,

El Houssaini Zahid, Oualid Guennoun, Pasquale Fortunato, Kobi Elharar

musiche Wolfgang Amadeus Mozart, Gabriel Fauré, Richard Wagner

musica tradizionale algerina

creazione musicale Maxime Bodson | arrangiamenti Guillaume Gabriel

luci Lionel Buzonie

costumi e accessori Guillaume Gabriel

con l’assistenza di Claudine G-Delattre

coltelli Esteban Cedres

maschere gioiello realizzate con il sostegno e con i migliori cristalli Swarovski – Swarovski Elements

Coproduzione Cannes – Festival de Danse / Centre Chorégraphique National de La Rochelle – Poitou Charente – CieAccrorap / Centre Chorégraphique National de Creteil et du Val de Marne – Compagnie Käfig / Ballet de l’Opéra National du Rhin – Centre Chorégraphique National de Mulhouse / Théâtre de Vitré / Sémaphore – Scène conventionnée de Cébazat / La Papeterie d’Uzerche – Centre de Développement Chorégraphique en préfiguration / Centre Culturel Yves Furet – La Souterraine / Le Forum de Fréjus.

con il supporto di: Channel – Scène Nationale de Calais / Conservatoire de Calais / Domaine Départemental de l’étang des Aulnes – Département des Bouches du Rhône / Conservatoire de Musique et de Danse de Brive-la-Gaillarde / École Supérieure de Danse de Cannes – Rosella Hightower / CDEC – Studios actuels de la danse de Vallauris / Ville de Vallauris / MAC de Sallaumines / Hivernales d’Avignon – Centre de Développement Chorégraphique / Théâtre de Fossur-Mer / Théâtre la Colonne de Miramas / Pianock’tail de Bouguenais / Safran – Scène conventionnée d’Amiens / La Fabrique Mimont – Cannes.

Tournée italiana organizzata da Live Arts Management Srl

durata 60 minuti



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