LA VEDOVA SCALTRA - Raffaella Azim (foto Matteo De Filippo)
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Cagliari (ITALIA)

Grande successo dello spettacolo d’apertura della stagione teatrale di prosa del Cedac al Teatro Alfieri di Cagliari, che ha rispettato la consuetudine dell’altissima qualità. Qualità del testo, della regia della grande Lina Wertmüller, dei bravissimi attori, e della scenografia essenziale ma capace di rappresentare simbolismi importanti.
Qualità apprezzata da un pubblico numeroso e appassionato, che ha applaudito a lungo lo spettacolo d’apertura della rassegna di prosa più importante della stagione teatrale cagliaritana.

Il testo è “La vedova scaltra”, un classico di Goldoni e della commedia dell’arte. Il testo rappresenta il passaggio dalla vecchia scuola alla nuova commedia, novità rappresentata da Arlecchino che fa da spalla alla protagonista Rosaura, interpretata dalla splendida Raffaella Azim.
La storia è quella della “vedova allegra”, una ragazza giovanissima che sposando un “Sior” molto anziano, ma che visse però fino agli oltre 100 (si lamenta Rosaura), la lascia sola di rifarsi una vita con un nuovo giovane sposo.

L’ambientazione è quella del carnevale di Venezia, già molto famoso ai tempi, visitato da signori e nobili di ogni parte d’Europa. Ma il periodo è anche segnato dal passaggio dell’Ancien Regime a quello della Rivoluzione francese, che metteva al bando i nobili e le loro antiche pretese.

La scenografia si riduce ad un enorme letto matrimoniale, un letto candido, lenzuola bianche e bianco il letto. Un candore che dovrebbe assomigliare alla vedova, che dal letto non si muove per quasi tutto lo spettacolo. La trama si snoda intorno al suo futuro matrimonio, desiderato da quattro pretendenti. Un nobile spagnolo, un lord inglese, un francese modaiolo, un conte italiano. Quattro uomini, quattro caratteri diversi, quattro storie nazionali diverse.

La Francia del cavaliere Le Bleau, della grandeur, della moda e dei profumi, della bella vita. L’Inghilterra del Milord Ronebif, abituato a comandare e ad avere tutto a disposizione pagando, ma poco incline alla fedeltà coniugale, incapace di provare sentimenti veri… La Spagna di Don Alvaro di Castiglia, governata dall’austerità della corte di Filippo II, legata alla grandezza coloniale ma anche della stirpe nobiliare che ha un peso fondamentale nelle scelte matrimoniali.
L’Italia del Conte di Bosco Nero, tipico italiano molto geloso. L’Italia del Conte è legata anch’essa alla casata nobiliare, più alla tradizione che alle mode passeggere che arrivano d’oltralpe.

La scelta del futuro sposo per Rosaura è molto difficile, che nel frattempo però accetta i doni di tutti i pretendenti, con la partecipazione esilarante di Arlecchino (Gianni Cannavacciuolo), che fa da messaggero d’amore.
Nessuno soddisfa la dama, non sa scegliere chi è veramente innamorato di lei. Decide di adottare uno stratagemma per scoprirlo. Si traveste con una maschera al carnevale, e si presenta ai quattro pretendenti fingendosi innamorata di ognuno di loro. Lo stratagemma ha l’effetto voluto: solo l’italiano è veramente innamorato e rifiuta le moine della misteriosa maschera.
Insomma sembrerebbe tutto finito bene, ma quando il gelosissimo futuro marito italiano chiude la sua amata dentro casa, lei in fretta e in furia fa entrare tutti nel suo letto… così si conclude “La vedova scaltra”.

Commedia sorprendente e molto divertente, anche se è vecchia di quasi 300 anni, rivive con la riscrittura di Lina Wertmüller, una nuova vita. Lo spettacolo è stato messo in scena in occasione del 300mo anniversario della nascita di Goldoni, e ha debuttato a luglio del 2007 al Festival Internazionale di Teatro della Biennale di Venezia.

La vedova scaltra
adattamento dal testo di Carlo Goldoni

Regia: Lina Wertmüller

Interpreti: Elena D’Anna, Massimo Grigò, Fabio Mascagni, Roberto Valerio, Paolo Zuccari

 

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