Cioccolatini
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di Marta Capiluppi

E’ un giorno qualsiasi di una qualsiasi vacanza di Natale dalla nonna. Come ogni anno la nonna ha invitato (o si sono autoinvitati?) quegli strani amici di famiglia, non meglio identificati, che abitano a Perugia. La nonna ha preparato la tavola, la mamma e le zie hanno aiutato a cucinare un pranzo per un esercito (ma in effetti siamo quasi un plotone), papà sta facendo la grigliata nel camino. Eccoli! Non mi stanno particolarmente simpatici, e io e gli altri bambini della famiglia abbiamo una tendenza a prenderli un po’ in giro: avete presente la famiglia dei Barbapapà? Ecco…

L’unico motivo per cui la loro visita è comunque sempre gradita è quell’immensa scatola di cioccolatini Perugina assortiti! Sì perché alla fine del megapranzo, quando “i grandi” si metteranno a chiacchierare di cose per niente interessanti, noi potremo portare la scatola in sala e provare (quasi) tutti i gusti! Tanto la nonna avrà sicuramente altre due o tre scatole di cioccolatini che le hanno regalato amiche varie passate a fare gli auguri prima di Natale.
Ma si regalano ancora i cioccolatini? O piuttosto si preferisce qualche cianfrusaglia inutile? Eppure il cioccolatino risolve molte situazioni. Non è disdicevole portare cioccolatini a chi è in ospedale (a meno che non sia ricoverato per problemi glicemici!), si possono riportare come souvenir di un posto che si è visitato, fa piacere riceverli da un innamorato così come da un amico. Forse è un regalo poco personale, a meno che non si faccia una scelta basata sui gusti del destinatario, ammesso di conoscerli a fondo. Sicuramente è un passe par tout per chi non sa cosa regalare! Se, però, pensiamo alla tradizione artigianale del cioccolato in Italia, è di certo un regalo nazionalista! Ammesso che scegliamo cioccolatini delle case o di artigiani italiani. Ricordiamo, oltre al famosissimo bacio, anche il gianduiotto e il cremino, e molti altri.

Nonostante questo, siamo sempre più restii a perpetrare quest’usanza. C’è da chiedersi perché, visto che se ripensiamo ai nostri nonni, ma forse anche ai nostri genitori, si regalavano cioccolatini continuamente. A volte quelle scatole non erano neppure gradite, ricordo mia nonna che le ficcava in un angolo senza nemmeno degnarle di uno sguardo e se ne dimenticava. Spesso giocando in sala noi nipoti riscoprivamo vecchie scatole di cioccolatini scaduti! Oppure li nascondeva per non farceli trovare, perché aspettava “l’occasione giusta” per rifilarli a qualche ospite o riciclarli come regalo!

E adesso, a parte qualche bacio per San Valentino, non si regalano più. Mentre le forme, i gusti, le miscele si moltiplicano. Forse è un problema di prezzo: una cosa così effimera come un cioccolatino, che si consuma in un attimo, ha un costo elevatissimo e la figura che fa è proprio quella di un regalo impersonale e rimediato. Ma io credo che se uno ci mettesse un po’ di sentimento la scatola di cioccolatini sarebbe un dono più gradito di tanti altri, perché in un’era in cui la depressione è il male più comune, la cioccolata (quella vera, quella buona, quella delle nostre tradizioni) può aiutare il morale!

 

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