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Un ristorante molto bello, la Locanda Monserrat, inaugurato nell’agosto del 2008, a Tratalias (CI). Si trova nel Sulcis più nascosto, situato in un borgo medievale recuperato alla bellezza moderna. Ci offre la possibilità di gustare la grande cucina di pesce, in una bella atmosfera dove l’antico, anzi antichissimo, si mescola ad arredamenti e scelte moderne. Ma solo per appassionati: il locale serve solo 25 coperti.

La Locanda Monserrat, evoca già nel nome lo spirito storico di un luogo antico. Molto antico lo stabile, e le cucine risalenti probabilmente ai primi insediamenti del vecchio Paese di Tratalias (più di mille anni fa). La storia di questo borgo negli ultimi 50 anni è cambiata radicalmente dopo la costruzione di una diga in quello che era un bacino naturale. Ma subito dopo (anni ’60 del novecento), si scoprì che il paese subiva infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo. La conseguenza fu la ricostruzione di un nuovo paese in collina, evitando così ogni rischio per la salute pubblica.
Dopo anni di abbandono del vecchio centro storico, oggi si possono ammirare le viuzze e le case restaurate in modo impeccabile, tanto da far rimpiangere la bellezza della vita in quel borgo antico. Si sta facendo tanto per recuperare la memoria, sia dal punto di vista storico, sia architettonico e urbanistico. Uno dei pochi esempi in Sardegna di recupero e valorizzazione di un piccolo paese. Il paese di Tratalias è stato l’antica sede vescovile del Sulcis, ancor prima dell’attuale città di Iglesias. Un borgo che ha più di mille anni, dove oggi si possono ammirare quelle stradine solcate da molte generazioni.

Non si hanno notizie certe sulla data effettiva di nascita del paese, è molto probabile che Tratalias sia sorto intorno all’anno Mille quando monaci e mercanti arrivarono nell’isola facendo fiorire nuove attività e comunità. Il primo insediamento si sviluppa con la chiesa di Santa Maria di Monserrato, ancora oggi perfettamente conservata, dove ammirare uno splendido esempio di architettura romanicopisana diffusa in Sardegna tra XII e XIII sec. Sul territorio si trovano anche numerosi siti preistorici, nuragici, punici e romani fra cui il Nuraghe Meurra, ottimamente conservato”. 
Ma tornando alla nostra locanda…
Parliamo di questo ristorante perché rispetta ciò che noi pensiamo dell’ecologia e dello sviluppo sostenibile.

Prima regola dello sviluppo sostenibile è quello di limitare al minimo le nuove costruzioni e ristrutturare e recuperare le vecchie abitazioni. 

Il locale si può ammirare già dall’esterno ben curato di fronte alla cattedrale romanico-pisano di Santa Maria di Monserrat, risalente al 1213. Il ristorante è ricavato da una vecchia casa padronale, esempio tipico dell’architettura di questa zona della Sardegna. La bellezza della struttura si può ammirare all’esterno, ma soprattutto all’interno nelle varie sale.
Ma oltre la bellezza architettonica, si deve assolutamente parlare della cucina. Il progetto del titolare, Maurizio Serra, è quello di creare un luogo di alta gastronomia. La sfida è quella della massima qualità, piuttosto che l’esagerata quantità dei vari agriturismi, o soluzioni a buon prezzo.
Ma a cosa deve corrispondere il prezzo, a cosa lo dobbiamo associare? Tutto si paga in base alla qualità, al valore intrinseco. Parliamo ovviamente solo dei ristoratori onesti e delle loro diverse politiche di lavoro. Ci sono scelte difficili, e questa lo è senza dubbio. Scelta coraggiosa ma da appoggiare senza indugi. Non solo nelle grandi città si possono gustare piatti importanti, ma anche nei piccoli paesi, fenomeno questo già largamente in uso in Toscana. Per poter mangiare veramente bene ci si deve spostare da Firenze verso la campagna. Lo stesso si può dire della Lombardia, per rimanere estasiati dalla cucina del grande Gualtiero Marchesi, ci si deve spostare in Franciacorta, regione ai confini col Veneto. Insomma non è la distanza dai grandi centri urbani che impedisce l’occasione di gustare una buona cucina e di organizzare un weekend diverso dal solito.

“La Sardegna è un continente”, così è stata definita la nostra isola. La nostra terra è fatta di centinaia di paesi e borghi, di decine di paesaggi diversi, di diversi linguaggi e usanze. Ogni luogo offre la ricchezza della diversità, e la differenza è un patrimonio da salvare, ma soprattutto da scoprire. Viaggiare per la Sardegna dovrebbe essere la prima attività dei sardi, gli isolani non si conoscono tra loro, non si apprezzano a volte per ignoranza. E conoscere vuol dire anche assaggiare le diverse cucine locali.

Mediterranea difende nella sua idea editoriale la cultura “glocal”, ossia quello che parte dal locale per arrivare al globale, e non viceversa. Conservare la cucina tradizionale è importante tanto quanto innovare la stessa, anzi si potrebbe dire che anche l’innovazione di piatti tradizionali permette la loro conoscenza, la loro sopravvivenza.

Così da un piccolo borgo di 1200 anime, si può creare un nuovo modo di lavorare. Nuovo per questo territorio, abituato alle estreme povertà, e quindi alle massicce emigrazioni. Si sa, viaggiare apre la mente, allarga le nostre conoscenze, permette di vedere nuove realtà, nuove pietanze. Così è successo al titolare del ristorante. Come tanti ragazzi, dopo il periodo di formazione nel campo della ristorazione, ha viaggiato in giro per il mondo, lavorando per ristoranti molto importanti: dagli Stati Uniti, alla Gran Bretagna al nord Italia.
Viaggiava e osservava, viaggiava e imparava.

E come tutti i sardi, prima o poi, tornano all’isola! Tornano e portano le novità da proporre con orgoglio ai propri conterranei. Ma un ristoratore che propone una novità è sempre incompreso, all’inizio viene osteggiato da chi vuole mantenere il mercato in una condizione di concorrenza al ribasso del prezzo, piuttosto che proporre una sfida sulla qualità dei cibi.
E’ una dura battaglia, non solo in Sardegna, e soprattutto in tempi come questi. Ma a tutti piace mangiar bene, e per ovviare ai tempi di crisi si può andare meno spesso in ristorante, ma solo a colpo sicuro.

Interni della Locanda MonserratLa cucina ecosostenibile è a km 0! 
La qualità è assicurata dal metodo di lavoro scelto da Maurizio. Ogni notte, alla chiusura del locale si reca direttamente alla fonte principale, ossia le barche dei pescatori di Sant’Antioco che portano il pesce fresco. Ogni notte il suo mestiere è quello di scegliere e acquistare ciò che offre il mercato, ciò che offre ogni notte il mare. Non esiste un menu fisso, si mangia solo il pesce di giornata e di stagione. Tutto dipende dalla pesca della notte prima, siamo così assolutamente certi della qualità del prodotto!

Si evita il pesce surgelato che arriva dall’estero o da altre città italiane, riducendo il consumo di carburante ed energia per i trasporti. Inoltre, favorendo l’economia locale e la stagionalità dei prodotti, si rispettano tutti i parametri della buona cucina e della difesa dell’ambiente.
Ora, in questo modo il lavoro è a metà dell’opera. Ma tutto diviene assolutamente perfetto grazie alla qualità del lavoro all’interno del ristorante con un ottimo cuoco, un ottimo servizio, un ottimo locale.

Il racconto della mia cena, basata solo sugli antipasti vista l’ora in cui siamo stati accolti (ore 23).
Si inizia con delle piccole tartine di ricotta salata e bottarga: delicate e saporite allo stesso tempo.
Gamberi crudi, accompagnati da porzioni d’arancio e aceto balsamico. Ottimi e freschi al palato.
Cuore di tonno e ananas. Il contrasto tra il salato e il dolce è perfetto.
Tonno locale circondato da carciofini selvatici, tipici delle campagne del Sulcis e rucola. Un insieme di sapori caldi, imperdibile.
Cavolfiore con bottarga sulcitana. Un piatto speciale, molto ardito ma perfetto nell’accostamento.
Polpo con scaglie di mandorle e fette sottili di patate al forno, un trionfo di sapore.
Buzzonaglia di tonno insieme al melone giallo, o in alternativa al fico fresco, da non perdere.
Ma la goduria del palato è arrivata con gli scampi crudi, serviti in un letto di ghiaccio e limone fresco. Un sapore delicatissimo, una morbidezza che si scioglie in bocca.
Il tutto servito con un buon bicchiere di Vermentino sardo, da non confondere con il Vino Vermentino che ormai producono dappertutto. Il Vermentino di Sardegna, come la buona cucina è frutto di una sapiente miscela di elementi della natura che hanno favorito la Sardegna, e in particolare in questo caso, la regione del Sulcis.

Indirizzo e contatti

E-mail:locandamonserrat@gmail.com
Ufficio:0781 697032
cell. 3404668760
Indirizzo: Piazza Chiesa, Tratalias, Italy

Per saperne di più:
http://www.comune.tratalias.ca.it/

Itinerari turistici 

http://www.sardegnaturismo.it/documenti/1_102_20070124131938.pdf

Spiagge e mare

Racconti di vita o (Storie meridiane)
http://www.sardegnadigitallibrary.it/index.php?xsl=626&s=17&v=9&c=4460&id=195353

Informazioni varie  http://www.sardegnasulcis.it/tratalias.htm

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