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“La bambina di vetro” è la storia di un processo per nascita sbagliata.

Autore: Jodi Picoult

Genere: drammatico.

E’ la storia di Willow, una bambina nata con una malattia che si chiama “osteogenesi imperfetta”, che in buona sostanza rende le ossa molto fragili.

Willow può procurarsi fratture terribili cadendo, starnutendo, sbattendo. In ogni momento lei può trovarsi con costole rotte, un femore fuoriuscito: traumi terribili che la maggioranza delle persone conoscono pochissime volte nell’arco di una vita e che per lei sono invece la quotidianità.

Per questo è la bambina di vetro.
La sua vita è difficilissima.

E’ spesso costretta a muoversi imbottita con ogni sorta di protezione. Ci sono un infinità di cose che non può fare o che può compiere solo utilizzando precauzioni di ogni tipo.

E’ costantemente costretta a sottoporsi a dolorose infiltrazioni per cercare di tamponare quella parte così fragile delle sue ossa friabili. Cercare cioè di riempirle, medicalmente parlando, per renderle più solide.

Willow non è cresciuta, la sua altezza si è fermata a 90 – 95 cm, non può andare oltre; non può camminare come le altre bambine e spesso è costretta a situazioni al limite del verosimile per sopravvivere a se stessa.

La sua vita è una costante, ininterrotta, eterna lotta. Ovviamente, anche per i genitori

che sono costretti a sostenere uno stile di vita pesantemente menomato, deturpato in nome dell’amore per una figlia che non sarà mai normale.

C’è un assoluto di negazioni in quella che è un esistenza limitata indefinitivamente.

La scrittrice ci presenta un caso “limite” di disabilità in una società dove le imperfezioni vengono tollerate apparentemente entro i confini precostituiti del disagio accettabile.

Il romanzo è crudo, letteralmente violento nell’esplicitare situazioni e circostanze la cui lettura impressiona e nel contempo spinge a riflessioni sulla natura dell’esistenza, a certe condizioni.

E’ una lettura organizzata in prima persona, cioè attraverso i pensieri dei protagonisti della storia di Willlow: persone la cui vita, bene o male, è influenzata da questa bambina che, forse in contropartita, ha ricevuto anche una straordinaria intelligenza che le permette di capire ogni cosa.

Suo padre Sean, la moglie Charlotte, la sorella Amelia. Tre dimensioni, lo stesso minimo comune denominatore: Willow.

Una Famiglia che affronterà un processo, perchè di fronte ad una non-vita, la giustizia dell’uomo dovrà decidere se quella nascita poteva o doveva essere evitata.

Sotto accusa finisce Piper, la ginecologa che seguì la prima fase della gravidanza e che non rilevò, secondo l’accusa, la formazione della malattia. Dando cioè quella possibilità, di interrompere la gravidanza.

Incontriamo poi Marin, l’avvocato, che fu adottata dopo essere stata abbandonata alla nascita e che sta cercando la madre naturale, inseguendo una ragione sfuggevole quanto la ricerca stessa.

Destini incrociati che si fondono nell’amore profondo per una figlia, nel sacrifico ultimo di una vita che può diventare una condanna ad essere eternamente amata o liberata, da quello stesso amore.

Due prospettive che animano le pagine del romanzo, sollevando nel lettore interrogativi e spunti di riflessione di straordinaria intensità emotiva.

Un confronto con se stessi, per capire, approfondire e forse scoprire che la verità non è mai definitiva e i limiti sembrano essere paragrafi di un altro libro, quello che noi tutti, lettori o meno, sfogliamo vivendo ogni giorno l’attualità.

Il processo sarà un vortice che fagociterà e distruggerà un matrimonio, romperà un amicizia e farà tremare le fondamenta del rapporto tra fratelli. Diventerà quindi il ring nel quale fronteggiare il tema di una disabilità che trasforma tutto ciò con cui entra a contatto.

L’Autrice utilizza magistralmente l’umanesimo letterario, descrivendo in modo superbo la storia di un amore che sembra in conflitto con la natura stessa della vita.

“La bambina di vetro” è un romanzo intenso, ricco di passione. E’ una storia contemporanea per capire il profondo sentimento di autoconservazione che ogni giorno scorre accanto a noi, silenzioso e inesorabile come solo la vita è in grado di essere.

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