Internet e libri nel Mediterraneo
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Per parlare di internet e libri si è presentata al pubblico italiano un’iniziativa che sta riscuotendo molto successo. Si parla del progetto di Repubblica.it “Il mio libro”. In cosa consiste l’iniziativa che sconvolge in qualche modo le regole dell’editoria tradizionale?
Il funzionamento è molto semplice: chiunque può pubblicare a pagamento il suo libro sul sito di repubblica. Coronare un sogno, vedere pubblicato il proprio nome sopra la copertina, scegliere la stessa: i colori, le immagini, la coperta, la terza di copertina. Insomma, tutto quello che si fa per un libro di una casa editrice tradizionale.

In questo caso non esiste un editor, non esiste il responsabile editoriale, non c’è filtro. Voglio pubblicare il mio libro sulle piante officinali, ecco qua il sistema! Il mio sogno è raccontare i primi anni del mio cane, fate pure le porte sono aperte.
Nessun concorso letterario, nessuna classica gavetta vi impedirà di coronare il sogno della celebrità.

Conviene al sito e conviene agli scrittori, visti i costi abbastanza modesti per la pubblicazione del volume. Il tutto proposto e appoggiato dalla scuola Holden di Baricco, una garanzia di qualità di sicuro.
Niente più collane, proposte editoriali per un certo mercato. “Tutto e subito”, sembrerebbe il monito che accompagna l’iniziativa. Si dice che in Italia esistano più scrittori che lettori, e come replicare?
Internet ha veramente sconvolto il vecchio mondo dell’editoria. Se ci pensiamo bene, si pubblicano libri esattamente allo stesso modo di cento anni fa, lo stesso schema. Il testo in bozza viene presentato ad una casa editrice per essere esaminato, prima era un manoscritto, oggi è un file di testo. Non c’è nessuna differenza. La trafila è sempre la stessa: prima si prova con editore locale, poi regionale e poi se si ha fortuna col primo libro si viene contattati da un editore nazionale.

Tutto nella logica dell’accettazione e del gradimento del pubblico, ovviamente ci deve essere la qualità dello scritto, ma non sempre. Si dice che in Mondadori esiste un ufficio dedicato esclusivamente ai libri di Bruno Vespa, ossia un’intera redazione che come in una catena di montaggio: leggono, correggono, editano il libro che sarà dato alle stampe con un sicuro ritorno economico. Ci sono due facce della medaglia, scrittori o personaggi famosi che non devono passare le varie fasi dell’accettazione da parte dell’editore, e scrittori che non verranno mai alla luce.

Ci sono però i concorsi letterari. In Italia c’è un’abbondanza indiscussa di Premi, dai più ambiti come lo Strega, al Campiello al premio Giuseppe Dessi, tanto per rimanere in Sardegna. Poi ci sono premi nati da pochissimo, organizzati in luoghi molto alla moda come il premio Costa Smeralda. Tanti premi a cui partecipano pochi scrittori emergenti, molti invece gli scrittori già affermati che fanno pubblicità al loro libro.

Niente da dire, è un sistema concorrenziale tanto quanto i concorsi di bellezza, però qui si devono giudicare delle opere letterarie. E qualche valore in più dovrebbero averle, rispetto a qualsiasi altro concorso. Si tratta a volte di scoperte che hanno fatto la storia della letteratura mondiale, e in particolare quella della cultura mediterranea negli ultimi cinquant’anni almeno.

Si dice che la cultura mediterranea sia soprattutto orale, oggi non è più così. I libri sono importanti quanto i racconti della tradizione orale, che fanno a loro volta la sostanza dei libri, soprattutto in Sardegna. Penso ai libri del Premio Nobel Grazia Deledda, che della tradizione orale, delle leggende, del fantastico, hanno fatto tesoro.
Ma tornando ad oggi, e all’argomento del tema del mese, ossia “Internet e mediterraneo”. Oggi si possono pubblicare libri attraverso internet, in modo indipendente e senza chiedere niente a nessuno. Sembrerebbe la porta della libertà, un nuovo modo di parlare senza che nessuno, a parte la nostra vanità o convinzione, possa impedircelo. E inoltre attraverso internet possiamo raggiungere teoricamente un numero impressionante di lettori, in una dimensione mai provata da un editore.

Per ora si parla di scrittori emergenti, tentativi di fare fortuna, prove letterarie. Ma in fondo cos’è un libro, se non una prova continua ad essere ascoltati. Attraverso il libro, lo scrittore comunica il suo pensiero, il suo racconto di vita, il suo progetto che verrò letto da un numero potenzialmente infinito di lettori che decideranno di acquistare il libro dal sito stesso dove è stato pubblicato.

Internet ci costringe, anche nel campo editoriale ad un cambiamento di mentalità, ad un passo in avanti verso una maggiore auto responsabilità. Chi ci dice che il libro che vogliamo comprare sia buono? La maggior parte delle volte è la pubblicità, in qualsiasi modo si faccia. In questo caso il futuro lettore è lasciato solo a decidere, deve rischiare insomma. Questo rischio è emozionante, sia per lo scrittore, sia per il lettore.
Un rischio che vale la pena correre per scoprire ancora una volta un mondo sconosciuto, una storia che ci emoziona, o morire dal ridere per la bruttezza dello scritto. Vada come vada, prendetene e leggetene tutti!

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