Turismo sostenibile
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Il turismo sostenibile ormai è un tema di pubblico dominio. Non è più un’invenzione di pochi “fissati”, ecologisti estremisti. La difesa dell’ambiente è diventato un argomento quotidiano nei Tg, nei giornali, nella stesura dei progetti di finanziamento.

La natura non è mai stata così importante come in questi ultimi anni, anche nel caso dei disastri ecologici, oppure nel valutare i rischi per salute pubblica nelle amministrazioni nazionali e locali.
Si sta profilando lentissimamente una sensibilità a difesa della natura, sensibilità che non è solo legata all’interesse. Ossia alla sopravvivenza della mia salute e della mia proprietà, sta maturando un nuovo modo di vivere e di pensare: favorito certamente da un secolo quasi di pensiero ecologico. In passato isolato in una filosofia minoritaria, bella ma impossibile. Oggi divenuto pensiero dominante anche per ciò che riguarda il tempo libero: i viaggi, le vacanze, i concerti, le scampagnate, lo sport. Tutte attività che si pensava fossero immuni da una valutazione ecosostenibile, invece ci sono sport che inquinano e distruggono la natura, ci sono invece sport che salvaguardano l’ambiente e stimolano anzi la presa di coscienza generale sulla sua conservazione.

In questo numero vogliamo parlare di un’iniziativa molto bella, un progetto ideato da Davide Maffei per una struttura sportiva ad Alghero in Sardegna, scelta dopo un’attenta indagine sui maggiori competitors in Europa e nel mondo.

Davide Maffei è stato uno sportivo praticante, un appassionato di corsa (mezzofondo) e di atletica, specialità nella quale ha raggiunto discreti risultati agonistici a livello nazionale e internazionale, vincendo diversi titoli italiani e partecipando a campionati del mondo ed europei per la nazionale italiana.

La sua idea è semplice quanto efficace: scoprire e difendere un territorio tramite il Turismo sportivo professionistico.

Qual è stato lo spunto iniziale per portare avanti la tua iniziativa?

L’idea nasce dall’esperienza vissuta in prima persona durante la mia carriera agonistica. Per anni infatti ho peregrinato con i miei compagni di allenamento per l’Europa e non solo alla ricerca del clima e del luogo ideali per la preparazione agonistica in vista degli impegni sportivi più importanti. Le bizze delle stagioni infatti non consentono agli atleti di prepararsi al meglio in un posto solo così, d’estate si ricerca la frescura in montagna mentre d’inverno è d’obbligo spostarsi verso climi più miti. Quindi, per quanto riguarda l’Europa, dal Portogallo alla Spagna, dalle Isole Canarie alle montagne svizzere o la Svezia: tutti luoghi interessanti per la preparazione ma ognuno dei quali incompleto nell’offerta specifica allo sportivo d’elite. Da qui l’idea di realizzare in Sardegna, a nord di Alghero, un polo sportivo d’eccellenza mondiale per la prepazione atletica, denominato European Training Campus Alghero.

A chi è rivolta l’iniziativa? Giovani, adulti, anziani, disagiati, o nessuna particolare categoria?

L’iniziativa è rivolta in primis ad atleti professionisti di tutte quelle discipline che richiedono una preparazione all’aperto preferibilmente immersi in un’oasi di quiete ed a contatto con la natura. Ovviamente non sono solo loro i beneficiari delle strutture da realizzarsi bensì è tutta la collettività di sportivi del territorio che potrà usufruire dei percorsi e delle agevolazioni che andranno a crearsi con lo sviluppo di un polo di questo genere. L’obiettivo supremo è quello di creare intorno al centro sportivo un sensibile indotto in termini turistici, agroalimentari ed occupazionali. La zona a nord di Alghero, confinante con il Parco Naturale Regionale di Porto Conte si presta perfettamente allo scopo.

Secondo te lo sport può sensibilizzare l’opinione pubblica sulle varie possibilità di difesa dell’ambiente?

Generalmente lo sportivo è una persona sensibile al benessere del proprio corpo: non fuma, non beve e salvaguarda la natura poichè è il luogo in cui spesso esprime sportivamente sè stesso. Per questi motivi la categoria può essere presa come esempio dall’opinione pubblica.

E’ difficile realizzare un progetto come il tuo in una realtà come quella sarda?

Se è difficile lo dirà il tempo. Stiamo attendendo l’evolversi degli eventi, in primis l’approvazione del Piano Urbanistico Comunale ad Alghero, quando dalle parole si passerà ai fatti e si capirà se le promesse saranno mantenute. La Sardegna ed Alghero in particolare non hanno bisogno di presentazioni a livello naturalistico ma devono da una parte tutelarsi dagli assalti dei “palazzinari” di turno e dall’altro creare sviluppo. Un obiettivo spesso non semplice da centrare senza una precisa idea di pianificazione del territorio.

Pur riconoscendo l’importanza dello sport e della difesa dell’ambiente, le amministrazioni pubbliche sono restie a concedere le autorizzazioni necessarie. Tu hai riscontrato questo problema?

Credo non sia sufficiente incontrare il favore dell’ammistratore di turno per vedersi accordare un progetto di medio – lungo termine come questo che coinvolge centinaia di ettari di territorio. Deve essere il tessuto sociale locale a capirne le potenzialità ed a spalleggiarlo. Inoltre è necessario che vengano bypassati i sempre presenti interessi personali di qualcuno che non apprezza il lavoro altrui. Insomma, non è un percorso privo di ostacoli. Per quanto mi riguarda, l’amministazione di Alghero pare molto sensibile alla salvaguardia ambientale quindi un progetto di sviluppo ecocompatibile come l’European Training Campus è visto con favore.

Secondo te in Italia abbiamo bisogno di buona educazione ambientale o di buone regole da rispettare per far si che iniziative come la tua si diffondano?

Credo che per diffondere la cultura sportiva sia necessaria una sensibilità verso l’argomento da parte dei politici, a partire dalle alte sfere. L’educazione ambientale dovrebbe essere insegnata nelle scuole sin dalle elementari.

Sport e natura sono tematiche che spesso e volentieri si abbracciano e, paradossalmente, la fortuna dei tempi moderni sta nel fatto che lo sport può procurare ingenti introiti economici e di riflesso la natura viene salvaguardata in quanto funzionale alla pratica sportiva.

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