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Il sistema costiero ha costituito, già nel lontano passato, la base territoriale strategica dell’espansione delle civiltà che si sono succedute nell’area mediterranea, sia nella sponda europea, sia in quella del continente africano e medio- orientale.

Nel 2007 la Giunta Regionale guidata dall’allora Presidente Renato Soru ha lanciato la Conservatoria delle coste della Sardegna quale strumento operativo capace di fornire alle amministrazioni locali della Sardegna tutti gli strumenti per accrescere la coscienza del valore complessivo della biodiversità e dell’interesse generale che le rivestono anche nell’ottica di uno sviluppo sociale ed economico di lunga durata. Missione della Conservatoria delle Coste è stata quella di completare l’azione di protezione degli strumenti di programmazione e di regolamentazione svolgendo compiti di gestione integrata di quelle aree costiere di particolare rilevanza paesaggistica ed ambientale.
Sin dalla sua nascita fino a Giugno 2014 ne è stato direttore l’ingegner Alessio Satta, esperto di gestione integrata delle zone costiere e di processi di tutela e conservazione del patrimonio ambientale e culturale costiero. La strategia definita da Alessio Satta per la Conservatoria delle coste è stata quella di trasformare il principio della tutela della fascia costiera come patrimonio comune dei sardi, quale unica opportunità per contenere le spinte al consumo di aree costiere per fini industriali e residenziali determinate, queste ultime, dalla sempre più crescente pressione turistica ed insediativa a scapito di una riqualificazione e valorizzazione del patrimonio naturale e culturale costiero.

Per comprendere meglio questo momento importante per la tutela e la gestione delle zone costiere della Sardegna abbiamo deciso di fare alcune domande all’ingegner Satta, attualmente presidente della Mediterranean Sea and Coast foundation, e allo stesso tempo di pubblicare il documento strategico scritto dal Primo comitato scientifico dell’Agenzia quale visione ispiratrice di ogni sua azione “FASCIA COSTIERA COME BENE STRATEGICO COMUNE DELLA SARDEGNA”.

Quale relazione pensa che ci sia fra tutela e salvaguardia del paesaggio e sviluppo socio-economico delle zone costiere della Sardegna?

Il paesaggio costiero deve essere preservato nella sua integrità naturale al fine di non comprometterne il suo valore unico la cui perdita sarebbe irreversibile. Il sistema costiero, non è composto unicamente da “tratti” di territorio con destinazione esclusiva per la balneazione e lo svago estivo, bensì da aree di grande pregio ambientale e culturale il cui confine si estende oltre il passaggio tra la terra ed il mare fin nei fondali marini della piattaforma continentale antistante. In tali ecosistemi, esiste un’elevata concentrazione di biodiversità, che riguarda le specie vegetali ed animali ed i loro habitat. Qualunque modifica del paesaggio e dell’ambiente costiero sardo comporta una riduzione vertiginosa del suo valore in termini di risorse naturali ed economiche.

Pensa che gli attuali strumenti vigenti in Sardegna come il PPR siano sufficienti a garantire la tutela delle nostre coste? Quale futuro si può prevedere?

E’ fondamentale tenere fermi i principi ispiratori del PPR attraverso un approccio che interpreta la fascia costiera come bene paesaggistico d’insieme e che allontanandosi dal mero “vincolo paesaggistico” all’edificazione, sia capace di dare priorità all’esigenza di progettare il territorio tenendo conto delle complesse dinamiche ecologiche e antropiche che investono il paesaggio e l’ambiente delle nostre coste quale risorsa primaria per lo sviluppo del turismo e dell’economia della nostra Isola. Questa considerazione diventa addirittura imperativa quando ampi tratti della fascia costiera della Sardegna sono interessati agli impatti dei cambiamenti climatici come l’innalzamento del livello medio del mare, l’erosione costiera e l’intrusione salina. In questo contesto occorre rinforzare gli strumenti tecnico-attuativi come la Conservatoria delle coste capaci di fornire risposte alternative e concrete allo sviluppo come il riutilizzo dell’enorme patrimonio regionale in ambito costiero: l’isola dell’Asinara, i sistemi di difesa costiera, i fari e le postazioni semaforiche, il patrimonio minerario, ecc. Questo enorme patrimonio rappresenta una ricchezza esclusiva della Sardegna diventando allo stesso tempo suo principale asset, reale ed intangibile, nella competizione con le altre regioni dello spazio euro-mediterraneo.

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